QUANDO SI APRONO GLI OCCHI
Enrique Martínez LozanoLc 24, 13-35
Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesú in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?" Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei cosí forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?" Domandò: "Che cosa?" Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesú Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto."
Ed egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?" E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare piú lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino." Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparí dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?" E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone." Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
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La chiave per leggere in maniera adeguata questo racconto è probabilmente contenuta nelle ultime parole dello stesso: "Lo riconobbero nello spezzare il pane".
Si tratta, indubbiamente, di un'allusione alla "cena del Signore", "frazione del pane" o "eucaristia", che le comunità cominciarono a celebrare il primo giorno della settimana (domenica = dies dominica = giorno del Signore).
Quella riunione costituiva la cornice adeguata per celebrare la presenza del Risorto in mezzo alla comunità. E questo spiegherebbe il perché i racconti di apparizioni vengono collocati precisamente in quel contesto.
La commensalità pare che occupasse un posto rilevante nella prassi di Gesú: infatti lo si vede spesso condividendo la tavola con gli uni e gli altri: con "peccatori", ma anche con farisei, come Simone, o con capi-pubblicani, come Zaccheo; cosí come con la folla, nel cosiddetto racconto della "moltiplicazione dei pani".
Tutto ciò restò plasmato persino in una formula stereotipata, che appare anche in questo racconto: Gesú "prese il pane, disse la benedizione [in ambienti ebrei; tradotto come "rese grazie", se si trattava di gruppi ellenisti], lo spezzò e lo diede loro".
L'eucaristia è, simultaneamente, la celebrazione della presenza di Gesú e la celebrazione dell'Unità. Entrambi gli aspetti vengono splendidamente sottolineati nel testo che stiamo commentando.
Da un lato, Gesú si fa presente in un pellegrino sconosciuto, che i discepoli accolgono e invitano a condividere con loro la tavola. Dall'altro, non appena lo fanno, si aprono loro gli occhi e si sentono spinti a ritornare a Gerusalemme e reinserirsi nel gruppo che avevano abbandonato.
Gesú è il pellegrino -ogni persona sconosciuta che passa accanto a noi- e Gesú è il pane, simbolo di tutto il reale. Tutto è (siamo) Uno. Tutto è già lí. L'unica cosa che ci occorre è che ci si "aprano gli occhi" (accorgerci, "risvegliarci", porre consapevolezza in tutto ciò che facciamo, comprese le cose piú banali e ripetute), per sapere riconoscerlo; per riconoscerci come cellule di un unico organismo; per viverci -è questo la Pasqua- nella certezza gioiosa del condividere una stessa identità di fondo, la Coscienza una -saggia e amorosa- che si riconosce, come in Gesú, nell'unico "Io Sono".
Enrique Martínez Lozano
Traduzione: Teresa Albasini